“La Bibbia dell’Ecologia” di Roberto Cavallo fra evoluzione e creazione

di GIUDITTA CASTELLI –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quello che si preannunciava essere un incontro sulle problematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente dal punto di vista del cattolicesimo, considerata anche la presenza del cardinale Edoardo Menichelli e l’esordio di Pietro Colonnella di Smart Piceno,  si è rivelata una interessante convention dove due visioni opposte sull’origine della vita si sono confrontate ed  incontrate sul tema dell’essenza della vita stessa, che poggia sull’equilibrio del rapporto uomo e ambiente, compromesso dall’intervento umano. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del libro di Roberto Cavallo, “La Bibbia dell’Ecologia”, edizioni Elledici, avvenuta di recente nella sede dell’Associazione Pescatori Sambenedettesi e promossa da Smart Piceno e dall’Associazione BuonVento alla presenza di una gremita platea di giornalisti, interessati, e rappresentati di amministrazioni comunali limitrofe ed associazioni. Fra questi anche l’assessore sambenedettese Andrea Traini e il senatore Giorgio Fede.

I relatori, moderati dall’avvocato Paolo Canducci dell’associazione BuonVento, si sono mossi fra due visioni opposte dell’origine della vita: quella evoluzionista e quella della Creazione descritta nella Genesi. Roberto Cavallo ha dichiarato di essersi ispirato al Sacro Testo e di averlo riletto più volte in tanti anni e di averne apprezzato soprattutto il livello narrativo,  e non certo filosofico, che avvicina l’uomo a Dio proprio grazie al creato. La Bibbia rappresenta quindi uno strumento comunicativo fra Dio e l’Uomo ma anche, proprio grazie alla magnificenza del creato, un progetto più ampio di accoglienza. Fare pace con il Creato significa anche far pace l’uomo con Dio, l’uomo con l’uomo, l’uomo con la Scienza.

Un progetto che passa attraverso il recupero di un percorso educativo suggerito dal cardinale Minichelli e che non può non trovare tutti d’accordo, religiosi e laici,  e cioè  Educare i figli a “contemplare, custodire, coltivare, governare, riconsegnare”.  Si è infatti parlato di etica educativa, etica del cibo, etica della quotidianità, etica della gratitudine e della sobrietà. Buoni propositi ma l’incognita del futuro resta.  Ciò che l’uomo può fare è tentare  comunque di ricorrere ai ripari.

Il tutto coinvolge anche la sfera emozionale e non può che essere così per chi intravvede al di là dei fini utilitaristici il miracolo della Natura, dai mondi al mare, dal cielo alla terra ed ancora al mare. Ed è stato proprio il mare il centro di attenzione, il suo essere il secondo polmone dell’umanità, il suo pretendere rispetto. La platea è stata così investita dalla narrazione carica di emozione del comandante della Capitaneria di Porto, Mauro Colarossi che ha incantato i presenti con la sua conoscenza, esperienza, amore e rispetto per quella “coperta blu” che ci accoglie ma che non dobbiamo violare.

Il comandante Colarossi ha così presentato il progetto “A pesca di plastica”, che vede coinvolti anche molti volontari, e che ha portato San Benedetto del Tronto sulle pagine della cronaca nazionale e internazionale: da Israele, Giappone e tanti altri.  Il progetto “A pesca di plastica” per tutto il mese di maggio 2019 ha coinvolto l’intera flotta a strascico di San Benedetto del Tronto con l’obiettivo di ripulire i fondali dai rifiuti intrappolati nelle reti, che sono stati analizzati e avviati al riciclo o smaltimento.

Nell’incontro si sono dunque confrontati la visione abiogenesi dell’uomo venuto dal mare cara agli evoluzionisti e sostenuta dal prof. Alberto Felici della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria dell’Unicam e richiamata dallo stesso Cavallo in un passaggio del suo esordio, a quella di una creazione sostenuta dal cardinale Menichelli e da don Giuseppe Giudici, direttore dell’ufficio diocesano della Pastorale del mare. Il punto di convergenza sta nella consapevolezza che l’ambiente (mare, terra, cielo) sono indispensabili per la vita dell’uomo stesso e di tutte gli altri esseri viventi.

Non sarà facile ristabilire un equilibrio così profondamente compromesso ma è doveroso impegnarsi per rimediare attraverso una educazione consapevole delle giovani generazioni, una governance mondiale più ispirata ai principi di umanità, equità e giustizia.  Micro e macro cosmi, a cominciare dalla famiglia e dalle comunità locali che sappiano guardare al territorio come ad un bene comune da “ben governare”.  L’azione umana irresponsabile, la cupidigia, la sete di potere e l’ignoranza ci restituiscono un’immagine tutt’altro che paradisiaca e la paura nel futuro è tangibile. Un vero problema che dovrà essere affrontato con la sinergie delle azioni educative, politiche e di governo, senza dimenticare il valore della ricerca scientifica.

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