Macerata, volontariato agli orti sociali. Attestati a sette ragazzi beneficiari di protezione internazionale

Il gruppo dei giovani beneficiari di protezione internazionale che hanno prestato attività di volontariato negli orti sociali

di REDAZIONE –

MACERATA – Coulibaly Mody, Makan Dansoko, Modibo Kante, Mohamed  Abdirisack, Mussa Kone, Oumar  Dabo e Sadio Diallo, provenienti da Mali e Senegal. Sono questi i nomi dei sette giovani, beneficiari di protezione internazionale, inseriti nel progetto di accoglienza ex Sprar ora Siproimi “MaceratAccoglie”, che questa mattina hanno ricevuto dalle mani del sindaco Romano Carancini gli attestati per le attività di volontariato che hanno prestato negli orti sociali gestititi dall’Auser. «Si tratta di un progetto importante di inclusione – ha detto l’assessore alle politiche sociali, Marika Marcolini – e il contesto degli orti è stata una buona occasione per far arrivare la realtà dello Sprar positivamente all’interno della città.  La scelta si è rivelata vincente perché i ragazzi hanno partecipato attivamente e hanno sviluppato contatti interpersonali importanti. Ringrazio i partner che ci hanno accompagnato in questo percorso e spero  che tutto quello che i volontari hanno vissuto li porti a una esperienza lavorativa concreta».

L’attività portata avanti dai sette giovani, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e favorire le relazioni personali e le abilità comunicative attraverso il lavoro manuale di gestione dell’orto condiviso, in stretta collaborazione con le persone già coinvolte nella gestione degli spazi verdi, è stata realizzata nel contesto dell’intervento “A mano a mano”,  sotto la supervisione del volontario dell’Auser, Renzo Seghetta, che ha affiancato i ragazzi nei lavori di giardinaggio e nella manutenzione e cura del verde.  Il percorso di volontariato intrapreso dai giovani è stata anche un’occasione di formazione  relativa a tematiche ambientali e alimentari.

«Penso che seppur piccola, questa esperienza debba considerarsi una testimonianza di coraggio – ha affermato il sindaco Romano Carancini –  La vostra esperienza umana  può essere un modello rispetto a come ci si possa integrare in maniera realistica tra la gente anche se tra mille difficoltà. Costruire insieme al Gus e all’Auser la possibilità di realizzare un’esperienza di inclusione è bella e forte e voi ne siete l’esempio concreto. Vi ringrazio per quello che avete fatto sia per voi stessi sia per la comunità.  Il progetto che abbiamo messo in campo ha bisogno di generosità, come quella delle associazioni, in questo caso l’Auser, ed è stato un piccolo esempio di buone pratiche comuni  che però può essere ampliato».

Insieme al sindaco Carancini e all’assessore Marcolini, presenti anche la coordinatrice del Gus, Susanna Mari, che ha detto: «Vedervi partecipare per vostra spontanea volontà è stato un piacere e questa esperienza ci ha permesso di fare un passo in avanti nella costruzione di una cultura della comunità», e il presidente regionale dell’Auser Antonio Marcucci che ha sottolineato come i giovani siano stati accolti e ben voluti dagli assegnatari degli orti e di come il progetto di integrazione abbia raggiunto i suoi obiettivi.

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