di ENRICA LOGGI –
Un libro mi ha accompagnato questa estate. L’ho portato con me a cantare il mare, la vita e la felicità, la notte e il giorno baciati dalla luna, da una veste sincera e da parole cercate ai bordi di strade amiche, significanti che accolgono ogni minuto il nostro esistere. “Senza pelle” è il titolo di questo libro, e l’autrice è Patricia Mònica Vena, poetessa di origine argentina e residente da lungo tempo nel nostro paese. Patricia si offre al lettore in tutta la sua nudità, fatta di parole che cercano un approdo nelle righe del verso, come nelle pieghe dell’anima. Ci sono ricordi che segnano, o che coprono col loro manto la pelle dolorante degli addii, mescolano pace e carità nelle frasi strette dalle asperità della vita. E così, in questa nudità che si confessa, che piange ma sa anche sorridere, sta il frutto maturo dell’esistenza, tradotto da parole d’amore, vesti smesse e ore variopinte. Esiste tra loro un andare moralmente incontro alla vita, che si cela in ogni angolo, proprio là dove la tristezza aveva raggiunto il suo limite. Parole di conforto a un’umanità piangente, un sincero pregare sulle povere vite di chi non può più scegliere ma deve abbracciare il proprio destino. Parole come conchiglie trovate nella bassa marea, echeggianti quasi una musica jazz per chi sa ascoltarle, penetranti luci e ombre sul cammino che accomuna chi scrive e chi sa leggere la vita e chi la stringe, come un frutto maturo, una sorgente di acqua che possa ritornare, nell’azzurro delirio di ogni giorno. La poesia di Patricia si muove intorno ai poli della condivisa umanità, del sincero rivelarsi sulle strade che portano in alto, dove la voce raggiunge il proprio confine nelle vicende narrate, e intorno a un’attitudine contemplativa che scorge in ogni attimo lo scorrere delle stagioni, il flusso di un’amicizia con le cose e le persone.
Sei questa infinità di azzurri. / La mia anima si allarga a dismisura, / e ti contiene tutto, mare, / che vieni a trovarmi in ogni onda / per poi andare via, / mentre ti guardo.
Su queste righe si raccoglie l’ombra di mille pensieri appassionati.
Dolce settembre / dalla luce calda / e i pomeriggi corti. / Dolce settembre / carico di promesse / con il sole tiepido / e le notti fresche ./ Settembre dall’uva pronta / ad offrire i suoi tesori, / il succo maturo quasi vino / ma ancora opulenta frutta. / Sii il benvenuto / dolce settembre, / regalami la pigrizia / delle tue giornate di sole, /ubriacami di risate, / promettimi l’autunno sereno / da passare senza fretta / tra silenzi e pensieri / con un libro in mano / vicino al camino. / E l’odore di legna che arde piano.
La poesia di Patricia è la sua vita, sempre diretta e carezzevole, maestra e discepola, serena e inquieta ma in ogni modo partecipe onesta di ogni evento, singolo o collettivo, unico o raro. “Senza pelle” (Oceano Edizioni), è una raccolta edita nel febbraio di quest’anno, con testo anche in lingua argentina. Patricia ha pubblicato in precedenza altri libri di poesie e racconti, oltre ad articoli e scritti di critica d’arte. Conduce da diversi anni il Caffè Letterario “Novecento”.
Copyright©2019 Il Graffio, riproduzione riservata