di GIUSEPPE FEDELI –
FERMO – Quando l’arte figurativa diventa suono può anche nascere un connubio tra due musicisti di talento. Sabato scorso alle ore 21, al Teatro Comunale di Monte Vidon Corrado si sono esibiti in concerto Alfredo Laviano (percussioni) e Angelo Comisso (pianoforte). I due musicisti hanno presentato l’album “Musiche scritte con matita senza punta”, pubblicato dalla casa discografica Notami. Un lavoro originalissimo, che si distingue nel con-fondere sonorità avvolgenti e d’avanguardia, ora solari ora cupe, sempre dialoganti tra loro: al punto che il pianoforte diventa talora percussione, e le percussioni assumono a sprazzi i “colori” dei tasti in bianco e nero. Nove i brani, che si snodano e inerpicano in una ascesa di risonanze emotive policrome.La musica duetta con l’arte figurativa che si colloca tra XIX e XX secolo, ogni pezzo è ispirato ad un artista: Toulouse Lautrec, Mondrian, Kokoschka, Escher, Hopper e, naturalmente, il “nostro” Osvaldo Licini.
Pianista, compositore e arrangiatore friulano, Angelo Comisso si è esibito in molti importanti Festival Jazz in tutta Europa e oltreoceano. Dal 2003 suona stabilmente con il trombettista e compositore tedesco Markus Stockhausen in duo o in trio con Christian Thomé alla batteria (Lichtblick Trio). Splendidi i suoi lavori, in particolare lo Stabat Mater. Alfredo Laviano è un artista eclettico, sagace, versatile quant’altri mai: sempre in traccia di nuove sonorità, l’appassionato colloquio con gli strumenti a percussione lo porta a continue sperimentazioni. Al punto da intrecciare alla passione per la musica l’anelito alla pittura e, dulcis in fundo, il talento culinario. Nella sua decennale carriera, ha fatto parte di numerose formazioni, spaziando dalla musica contemporanea al jazz, dalla musica etnica alla world music, dal teatro alla sonorizzazione di film. Ha effettuato tour in Italia e all’estero, registrato numerosi dischi e svolge tuttora attività didattica.
Insomma, due personalità che si stagliano nell’attuale panorama in maniera inconfondibile, in una sinestesia estetico-musicale che promette sempre nuove sorprese.
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