di MASSIMO CONSORTI –
Lo hanno definito “infedele”, scansafatiche, mangiapane a tradimento eppure a noi il postino 56enne di origini napoletane, ma residente nella provincia di Vicenza, ci sembra una specie di nume tutelare delle incazzature postali altrui.
È vero, in otto anni non ha consegnato qualcosa come 600 chili di posta però, a suo merito, c’è il fatto che non l’ha buttata ma conservata gelosamente nel suo garage. Ma vediamola, la posta non recapitata e ci renderemo conto che il portalettere non si sarebbe mai permesso di non consegnare corrispondenza privata, lettere d’amore, missive di eterni amanti, il resto però, sì.
Tutto inizia dalla pubblicità elettorale relativa alle elezioni regionali del 2010, alle pagine bianche 2013-2014, dalla posta commerciale di onlus a una serie di plichi ancora sigillati e, in minima parte, corrispondenza di diverso contenuto come lettere di banche, comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate, bollette telefoniche e dell’Enel, contravvenzioni, comunicazioni della Rai, indirizzati ad enti, aziende e privati, risalenti ad una prima analisi agli anni 2010-2017.
Altro che infedele, il postino di cui non vengono fornite le generalità, ha svolto in questi anni un rilevante ruolo sociale scartando plichi pesanti, comunicazioni inutili e, nel caso delle bollette e delle contravvenzioni, risollevando un po’ lo spirito dei cittadini vessati nascondendo loro avvisi e notifiche.
Però, nonostante questo indubbio merito, il nostro postino è stato denunciato alla Polizia Postale dopo una segnalazione dell’Ecocentro di Breganze, che aveva trovato sospette tutte quelle cassette gialle delle Poste Italiane fra i rifiuti. Facile immaginare che fine farà il postino vicentino di origini napoletane, probabilmente sarà licenziato anche se, correttamente, esaurito lo spazio del garage, aveva iniziato a sistemare la posta inevasa nel soggiorno.