La festa della Madonna di Loreto, più brevemente la festa della Venuta

di AMERICO MARCONI –

La festa della Madonna di Loreto, o più brevemente la festa della Venuta, si tiene per tradizione nella notte tra il 9 e il 10 dicembre. Fortunato chi può andare alla Basilica di Loreto tra luci, canti e un gran numero di pellegrini. Ma anche per gli altri sarà una serata festosa riscaldata dal fuoco dei falò. Ora sono pochi, in luoghi comunicati in precedenza. Comunque è già tanto che l’usanza si mantenga viva. Da bambini le colline erano trapuntate da tante fiammelle. E noi immaginavamo il passaggio degli Angeli in volo che trasportavano la Santa Casa, con dentro Maria e il piccolo Gesù. Mentre mangiavamo i dolci che venivano offerti intorno alle grandi fòchere e infine sovraeccitati saltavamo sui carboni.

Quell’evento, secondo la tradizione, si verificò nella notte tra il 9 e 10 dicembre del 1294. Quando dall’Illiria in un volo di angeli la piccola scura casetta passò il mare Adriatico e fu appoggiata sul colle lauretano. Così chiamato perché ammantato da boschi di lauri. La statua della Madonna col Bambino in braccio, è nera. Il racconto popolare dà una spiegazione del colore. Maria nella traversata dell’Adriatico si spaventò del mare in burrasca, per paura che potesse accadere qualcosa al piccolo Gesù, e diventò scura. In un’altra narrazione fu il sorvolare un campo di lupini da cui s’alzava uno strano crepitio a farla impaurire e scurire.

La statua originale, del primo trentennio del XIV secolo, era di legno di abete rosso, di colore bruno ma fu distrutta da un malaugurato incendio nel 1921. La nuova statua fu scolpita sul legno di un cedro del Libano proveniente dai giardini Vaticani. Infine venne ricoperta di una tinta finale più scura rispetto all’originale. Normalmente la ammiriamo vestita di una ricca veste detta dalmatica. E solo nel Venerdì Santo viene esposta ai fedeli senza veste, in segno di speciale vicinanza.

Chi non ricorda la piccola Santa Casa? Avvolta dallo splendido rivestimento marmoreo voluto da Papa Giulio II, lo stesso che volle far affrescare a Michelangelo Buonarroti  la Cappella Sistina. Per il rivestimento in marmo della piccola Santa Casa ci vollero settanta anni e il risultato finale ammirato dal 1570 è sotto gli occhi di tutti. Con nelle nicchie superiori 10 sibille e sotto altrettanti profeti e in mezzo scene a bassorilievo. Eppure quello che colpivano e colpiscono l’attenzione sono i due solchi incisi sul marmo del rivestimento. Dove migliaia di pellegrini di tutte le nazioni hanno lasciato l’impronta nei secoli delle loro ginocchia mentre giravano intorno pregando. Dentro mattoni scuri e lampade votive conciliano il raccoglimento e la preghiera dinanzi alla amatissima Madonna di Loreto e al suo Bambino. Mistero tangibile, nel suo colore nero, di un viaggio che va dal buio alla luce della Rivelazione.

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