di REDAZIONE –
MONTEPRANDONE – Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro tra i vertici dell’Amministrazione comunale e Picenambiente spa per fare il punto sul servizio di raccolta rifiuti e analizzare le criticità emerse ad inizio anno. Insieme al sindaco Sergio Loggi c’erano l’assessore alla gestione dei rifiuti e igiene urbana Fernando Gabrielli e il consigliere all’ambiente Sergio Calvaresi, il dirigente del servizio ambiente Giuseppe Morelli mentre Picenambiente era rappresentata dal direttore Leonardo Collina e dal consigliere del consiglio d’amministrazione Romano Speca. L’Amministrazione ha evidenziato la necessità di rimodulare il servizio di raccolta in alcune zone in cui spesso c’è una maggiore necessità di smaltire i rifiuti da parte dei cittadini. La Picenambiente, a tal fine, ha assicurato un maggior controllo delle zone, indicate dall’Amministrazione, in cui insistono i condomini più numerosi.
Da parte dell’Amministrazione comunale si è palesata l’esigenza di migliorare anche l’aspetto informativo verso i cittadini sia attraverso l’Ecosportello della Delegazione Comunale, aperto tutti i venerdì mattina dalle 10 alle 13, sia attraverso una apposita sezione del sito Istituzionale www.monteprandone.gov.it/aree-tematiche/rifiuti-e-raccolta-differenziata/ sul quale sono pubblicati, divisi per zone: le guide alla raccolta differenziata, i calendari e l’elenco delle rispettive vie ricadenti nelle zone e informazioni sul ritiro di rifiuti ingombranti/raee e potature tramite l’ufficio Ambiente del Comune.
Il sindaco ha chiesto a Picenambiente anche di fornire al Comune un “ecobolario”, un vocabolario consultabile in ogni momento dal cittadino in cui venga spiegato in maniera chiara come e dove conferire altri tipi di rifiuti: ingombranti, Raee di grandi e piccole dimensioni, medicinali scaduti, pile e batterie, oli esausti per cucinare e dei motori di veicoli, toner, cartucce stampanti, da pubblicare sul sito del Comune.
Per quanto riguarda marciapiedi e strade, il sindaco ha ribadito che, il lavaggio con i divieti di sosta programmati non è una soluzione percorribile per gli innumerevoli disagi che ciò comporterebbe alla cittadinanza, ma si potrebbe valutare la possibilità di una pulizia meccanizzata secondo un programma prestabilito e adeguatamente comunicato. Picenambiente ha anche assunto un impegno per quanto riguarda la programmazione, da diffondere all’utenza, sul lavaggio periodico dei cassonetti dell’umido e, in caso di cassonetti stradali rotti, la loro immediata sostituzione.
«La riunione con Picenambiente è stata occasione per ridefinire alcuni aspetti del servizio sia dal punto di vista organizzativo, sia per quanto attiene l’aspetto di informazione verso il cittadino – chiarisce l’assessore Gabrielli – l’obiettivo è offrire al cittadino tutti gli strumenti possibili perché le informazioni possano essere reperite con facilità. Al tempo stesso, però, come richiesto da molti cittadini che si impegnano a fare bene la raccolta, abbiamo deciso di attivare, a partire dal mese di febbraio, le telecamere cosiddette fototrappole per chi conferisce in maniera errata i rifiuti. Tramite due telecamere una del Comune, l’altra messa a disposizione da Picenambiente monitoreremo i punti dove si ripetono con maggior frequenza conferimenti selvaggi. Abbiamo già individuato le zone con l’aiuto della Polizia Locale e si partirà lunedì 3 febbraio, dall’incrocio tra via Primo Maggio e via della Liberazione: dove verrà installata una delle due telecamere».
«Migliorerà anche il servizio presso il Centro di Raccolta Comunale – conclude il sindaco Loggi – dove oltre all’operatore di Picenambiente, sarà presente un giovane che svolge il Servizio Civile Nazionale con il compito di verificare se coloro che conferiscono rifiuti in discarica siano residenti nel Comune di Monteprandone e siano in regola con i pagamenti della tassa sui rifiuti. Spesso, infatti, alcuni utenti si recano nella struttura di via dell’Industria, aperta il sabato mattina dalle 7 alle 13, pur non essendo residenti a Monteprandone o portando rifiuti non prodotti sul territorio e questo è un aggravio sui costi di smaltimento che pagano i nostri cittadini».
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