di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Anitya (mutazione)” è l’emblematico titolo della prima mostra fotografica personale di Paola Anelli, che raccoglie le opere degli ultimi otto anni. Opere che saranno esposte alla Palazzina Azzurra di San Benedetto, dal 27 giugno al 5 luglio, tutti i giorni dalle ore 18 alle 23. Paola Anelli ha lavorato per oltre vent’anni come artista tessile, restituendo nuova vita ad antiche tecniche di creazione artigianale nel suo Atelier di tessitura e macramè. Sperimentazione e ricerca sono confluite in alcune esposizioni in Italia e nella partecipazione alla collettiva “Small Works” a New York nel 2005. Spirito versatile, curiosità e creatività l’hanno portata negli anni a sperimentare nuovi mezzi espressivi, approdando alla scrittura e alla fotografia (I° classificata al Concorso Fotografico Nazionale Anla 2016).
«La fotografia, per sua natura, fissa l’animo sottraendolo al flusso, al movimento, al
cambiamento. – si legge nella nota stampa di presentazione della mostra – Ma l’appassionata attenzione al reale osserva anche il suo continuo mutamento e si sorprende a cogliere la bellezza fugace: scopre l’immagine inedita prodotta dalla luce e dal riflesso, compone eteree sovrapposizioni di piani, di esseri viventi su architetture in pietra, afferra le forme dilavate e scomposte dall’acqua; cerca il fascino nascosto dei cristalli nel ghiaccio, dei dettagli che imprigionano la natura segreta delle cose. Lo sguardo non si ferma davanti allo stereotipo dell’oggetto nella sua forma esteticamente “preferibile”, agognandone la stabilità: ne considera ogni possibile stadio, momenti intermedi di trasformazioni naturali che accomunano gli esseri organici e inorganici e il loro “ciclo di vita”. I colori cangianti e la geometria complessa di superfici corrugate sono il risultato di molteplici forze al lavoro, che producono un esito formale che appare coerente, a volte stranamente seducente.
E se le immagini richiamano a volte l’oggeHvità dell’illustrazione scientifica, sono però sempre parte di un’attenta coreografia di luci e di sfondo, costruita dall’artista con la meticolosa attenzione al dettaglio del suo passato di artigiana, con la pazienza della tessitrice di una precedente carriera. La ricchezza formale di questi stati insoliti della materia è sorprendente. Immagini raffinate, che catturano visioni e sensibilità diverse e che ci accompagnano nell’attraversamento della realtà. Esse ci invitano a nuovi modelli culturali, che non privilegino più un solo momento o stato della materia, dell’ambiente e dell’uomo, ma tutti i loro mutevoli processi e la loro inconsueta bellezza. Cambiamento, impermanenza, mutazione, dunque “Anitya”».
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