Colli del Tronto, Cardilli: «L’ospedale d’eccellenza rimane una priorità. Dovunque, anche a Centobuchi»

di REDAZIONE –

COLLI DEL TRONTO –  «L’ospedale d’eccellenza rimane una priorità per il Piceno», così il sindaco di Colli del Tronto, nonché presidente dell’Unione dei Comuni della Vallata, Andrea Cardilli, torna sul tema dell’Ospedale. «Un nosocomio, che per la sua importanza nel prossimo futuro della Sanità pubblica – aggiunge il primo cittadino – potrebbe essere costruito ovunque, anche a Centobuchi, come chiede l’Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto, guidata da Piunti. Basta, però, con tutte queste strumentalizzazioni». La posta in gioco è alta per Cardilli, proprio per garantire a tutta la Provincia di Ascoli una struttura  di qualità, con la migliore tecnologia e che attiri i medici di eccellenza. «Con due strutture come il Madonna del Soccorso e il Mazzoni, non ampliabili ulteriormente, non è possibile andare avanti. Non va bene la zona Colli-Spinetoli? Bene, che si realizzi a Centobuchi, allora. La salute dei cittadini è un argomento troppo importante, andrebbe trattato seriamente e al di là delle baruffe campanilistiche Ascoli-San Benedetto».

Il sindaco di Colli si chiede cosa sarebbe successo se il Piceno avesse avuto i problemi magari non della Lombardia ma anche solo di Pesaro. Ne approfitta anche per sottolineare il grande lavoro svolto dal Madonna del Soccorso divenuto l’ospedale deputato a gestire l’emergenza sanitaria. Colli del Tronto nel periodo del lockdown, lo ricordiamo, aveva manifestato la sua solidarietà regalando al reparto di medicina di urgenza del Pronto Soccorso un respiratore, oltre a  mascherine ffp2 e tute protettive monouso di III cat.

«Quando parlo di ospedale spesso accusano me di essere campanilista, territoriale – conclude Cardilli – solo perché la Regione aveva indicato il territorio che amministro e io, ovviamente insieme al sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, mi sono mosso per fornire tutto il necessario per il progetto. Ricordo a tutti che sono romano di nascita e che anche nella capitale eccellenze di oggi come l’ospedale Regina Elena, all’epoca della sua progettazione, fu tanto criticato perché considerato fuori mano. Occorre superare il campanilismo e non fare a gara a ingabbiarci in concetti obsoleti che non portano da nessuna parte. Anzi, che nulla hanno a che fare con il futuro di un territorio che, a livello sanitario e non solo, dovrebbe cominciare a sforzarsi di muoversi in maniera comune. Questo i cittadini si aspettano da noi politici».

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