di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’ingresso dei papà in sala parto non è merito della Regione. Questa, in estrema sintesi, la considerazione della consigliera comunale Rosaria Falco che, in una nota stampa attacca la vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini. Motivo della diatriba un post sui social in cui la Casini afferma che “nel Piceno i futuri padri potranno entrare in sala parto per assistere alla nascita dei loro figli e delle loro figlie. Abbiamo così dato una risposta concreta alle giuste richieste che ci giungevano dalle famiglie”. Tempestiva la reazione della Falco.
«Le precisazioni che mi appresto a fare – afferma la consigliera Rosaria Falco – sono volte a ridimensionare la presentazione distorta che taluni personaggi politici, regionali ma anche locali, danno dei fatti, specie in prossimità delle competizioni elettorali, per la loro ostinata abitudine ad appropriarsi di risultati positivi, come se fossero opera propria: essi appaiono con annunci trionfanti non appena sono note notizie che in qualche modo possano assicurare consenso, certi che nessuno oserà contraddirli e ristabilire la verità dei fatti, onde giovarsi in modo immeritato di un qualche ritorno, a discapito di cittadini in balìa di un sistema sanitario ove non è dato mai sapere chi davvero dispone e decide e chi invece esegue in modo pedissequo gli ordini.
Sono di questi giorni lo sconcerto e l’indignazione, espressi sulla stampa e sui social e anche attraverso la posta elettronica, che ci ha fatto pervenire la lettera accorata alle istituzioni regionali e sanitarie di tanti futuri mamme e papà, con cui si prende atto del divieto, vigente solo in AV5, rivolto a tutti i papà, di assistere al parto delle compagne e future mamme in ospedale e di essere presenti accanto a loro nelle ore immediatamente successive al lieto evento: si chiedeva la soppressione di tale ingiustificata diseguaglianza di trattamento, il ripristino di quello che può considerarsi un sacrosanto diritto delle coppie in attesa di un bebè. La ritengo una espressione di sensibilità e di civiltà il riconoscimento del ruolo importantissimo e concomitante di entrambe le figure genitoriali, oltre che della condivisione di una esperienza unica e di una assistenza preziosa, dal punto di vista emotivo-affettivo, in un momento tanto delicato per le neo mamme ed i neo papà.
Apprendo con gioia che, dopo tali accorate richieste e dietro sollecitazione del personale medico competente della nostra area vasta e non dei politici regionali, che sono in ben altre faccende affaccendati, il dott. Appignanesi, Direttore Sanitario dell’Asur Marche, con circolare del 10 agosto, ripristinava tale facoltà per i futuri padri di essere presenti durante e dopo il parto accanto alle mamme, delineando le relative modalità, delegando l’esecuzione di tale facoltà ad un provvedimento applicativo della direzione di AV5, la quale ha recepito integralmente tale circolare, comprese le modalità di accesso ai centri nascita, compatibili con le misure sanitarie di sicurezza imposte dal Covid. Senonché, come spesso accade, la vicepresidente Casini si è affrettata a “mettere il cappello” su tale risultato, asserendo sui social che “abbiamo così dato una risposta concreta alle giuste richieste che ci giungevano dalle famiglie”.
Ora da accurata indagine mi risulta che nulla la signora abbia fatto per assicurare tale risultato, frutto degli input di chi lavora sul campo, del dialogo del personale medico di AV5 con la direzione sanitaria Asur e delle famiglie che chiedevano uniformità di trattamento con le altre aree vaste: questa sperequazione la signora avrebbe dovuto evitare prima, non intestarsi meriti altrui dopo. È ora di finirla di fare propaganda elettorale sulle spalle e sul lavoro di altri: non era questa l’accusa che la signora rivolgeva a me ed al comitato quando le proponevamo di spiegarci e motivarci decisioni che si discostavano dalle leggi, dalle delibere e dai dati ufficiali?».
Copyright©2020 Il Graffio, riproduzione riservata