Elezioni regionali, D’Erasmo sul lavoro: «Digitalizzazione e smart working per ripartire dai giovani»

di REDAZIONE –

D’Erasmo: «Un piano sinergico per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro: si parta dalla formazione. Digitalizzazione e smart working: occasione per riscoprire anche i borghi. Piccola e media impresa:pilastro da sostenere sempre» –

ASCOLI PICENO «I ragazzi del nostro territorio continuano a essere una priorità del mio percorso elettorale e di vita. Le Istituzioni devono aprire gli occhi e agire, subito, a loro favore, e devono farlo per renderli protagonisti del futuro, prima di tutto nel mondo del lavoro. Un modo efficace per supportarli è un piano strutturato a livello regionale finalizzato all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. La strategia dovrà essere sinergica, con il coinvolgimento di Istituzioni, operatori sul territorio, scuole, atenei, privati, associazioni e dovrà partire dalla formazione. Basterà fare sistema e guardare tutti nella stessa direzione: mi impegno personalmente affinché ciò accada». Sono queste le parole di Paolo D’Erasmo, candidato con il Partito Democratico alle Elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale, per il collegio della Provincia di Ascoli Piceno.

«La partecipazione alla società del futuro, infatti, richiederà ai giovani di oggi ancora più grandi capacità di adattamento, eccellenza e differenziazione. Ecco perché dobbiamo assegnare all’educazione un ruolo fondamentale nel preparare i giovani a gestire i cambiamenti e le incertezze di un mondo del lavoro sempre più fluido e in continuo cambiamento. La Regione ha il dovere di investire e agire con un Piano concreto che, oltre alla formazione, assicuri servizi, autonomia e orientamento, per dare ai nostri ragazzi gli strumenti educativi e sociali adeguati per affrontare il futuro con indipendenza e preparazione. Quindi più progettualità e investimenti mirati alla crescita dei giovani con lungimiranza e fiducia, in vista di un nuovo corso del Piceno e dell’intera Regione», continua D’Erasmo.

«Per ripartire dai giovani nel mondo del lavoro, la prima parola chiave dovrà essere digitalizzazione: il valore aggiunto da sfruttare per valorizzare il lavoro nel e dal nostro territorio, non per forza solo da un punto di vista produttivo. Penso anche allo smart working. Nel periodo di lockdown in tantissimi hanno imparato a lavorare nella natura, partecipando a riunioni dal giardino o dal balcone di casa, immersi tra montagne, colline o mare, non potendosi recare infatti nel posto di lavoro. Molti, soprattutto giovani lavoratori, sono tornati ad apprezzare il territorio dal quale provengono o nel quale vivono. Questi, però, devono ora essere invogliati a tornare o rimanere nei luoghi d’origine con la garanzia di vivere in un contesto digitalizzato. Riscoperta dei borghi, quindi, dall’entroterra al mare, non solo per turismo ma anche per lavoro. Sono convinto che tutto questo sarà possibile solo e soltanto se verranno messi in atto dei piani chiari e semplici di digitalizzazione territoriale, soprattutto nelle aree interne, di cui la Regione Marche dovrà essere capofila insieme a enti locali e operatori sul territorio» dichiara il candidato.

«Se c’è infine un settore che – più di altri – è rappresentativo dell’economia regionale, e in cui i giovani dovranno essere pronti a entrare al più presto con competenza fresche e professionalità, è la piccola e media impresa. Il Governo nazionale, con il Decreto rilancio, ha già fatto molto con la firma di due decreti attuativi delle norme sugli incentivi patrimoniali per le Piccole e medie imprese. Ma la Regione nei prossimi cinque anni dovrà prendersi l’impegno di vigilare e agire in modo capillare per garantire che tutte le PMI del territorio marchigiano tornino a vivere e produrre come un tempo, puntando anche sul ricambio generazionale e l’inserimento dei più giovani. L’obiettivo è guardare oltre il semplice sostegno alle aziende colpite dalla crisi, ma puntare a valorizzare le potenzialità di un settore che è l’essenza dell’imprenditoria regionale ma che, sempre più, dovrà distinguersi anche per innovazione e digitalizzazione» conclude Paolo D’Erasmo.

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