di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 4 aprile 2019 è stato presentato un progetto per la riqualificazione del Ballarin, sostenuto dalla Curva Nord Massimo Cioffi, dagli ex giocatori rossoblù e dall’Associazione Noi Samb. Guido Barra, presidente del supporter trust, spiega i motivi che hanno portato alla convergenza su questo progetto e sulla nascita del comitato “Il Ballarin. La Fossa dei Leoni”. Guido Barra è il Presidente dell’Associazione Noi Samb e presidente comitato “Il Ballarin. La Fossa dei Leoni”. Gli altri membri del direttivo del comitato sono Maurizio Simonato, Ottavio Palladini, Michele Palmiero.
Come è nato il progetto?
Questo progetto nasce dalla volontà dei ragazzi della Curva Nord Massimo Cioffi di non vedere abbattuto il Ballarin senza una riqualificazione dell’area. L’incontro con i gruppi della Nord, e con l’associazione che riunisce gli ex giocatori rossoblù, ha portato alla decisione di intraprendere un percorso congiunto. Il Comitato è la rappresentazione di questa unità di intenti: il Ballarin è sempre stato un bene della città e vogliamo che continui ad esserlo.
In cosa consiste il progetto?
Prima di costruire la nostra proposta, abbiamo incontrato l’Amministrazione comunale per capire quali fossero i “paletti” entro cui muoverci. L’Amministrazione ci ha messo al corrente della decisione di predisporre la viabilità a doppio senso di marcia ad est, in via Marchegiani. C’è inoltre il vincolo della Sovrintendenza sul muro della Tribuna Ovest. Infine, l’indirizzo dell’area Ballarin di verde ad uso sportivo.
Su queste linee guida ci siamo mossi presentando la nostra idea. Uno dei primi interventi previsti dal progetto è la realizzazione di un’area verde nella zona nord: un parco pubblico a disposizione del quartiere che, contemporaneamente, renderà suggestivo l’ingresso in città. Un luogo che permetterà ad anziani, famiglie, disabili di godere di un ampio segmento verde a pochi metri dal mare. Al centro dell’area è previsto un monumento in ricordo di Carla Bisirri e Maria Teresa Napoleoni, le due ragazze morte nel tragico rogo del 7 giugno 1981: tale tema potrebbe essere oggetto di un concorso aperto a tutte le scuole del territorio per coinvolgere i giovani della nostra comunità.
Il nuovo Ballarin, dunque, dovrà tenere conto dell’esigenza di armonia strutturale con il paesaggio urbano circostante con l’obiettivo di valorizzare la visuale che, da Grottammare, conduce fino al cuore pulsante della Rotonda Giorgini. Per questo motivo, al posto della vecchia Curva Nord sorgerà una struttura con funzione di spazio ricreativo e servizio di ristoro; al piano interrato saranno invece ristabiliti gli spogliatoi.
Ad ovest il progetto prevede la riqualificazione della via, lasciando dell’attuale carreggiata una corsia – larga tre metri ad uso esclusivo dei residenti – destinando il resto della strada (compreso lo spazio sotto la tribuna) ad un percorso ciclopedonale che all’interno comprende il museo ed il muro vincolato, per la memoria del Ballarin ed in ricordo delle vittime della tragedia. Il percorso sarebbe arricchito da arredi urbani e zone verdi.
Per quanto riguarda la Curva Sud, invece, la nostra volontà è di non abbattere il settore, ma limitarsi a lavori di parziale modifica per rendere più dolce la viabilità. Per noi riqualificare la Curva Sud vuol dire dare vita a una struttura che faccia da polo aggregativo di realtà e associazioni del quartiere e di tutta la città. Un luogo dove incontrarsi, organizzare assemblee e discutere di nuovi progetti per il futuro di San Benedetto.
E per quanto riguarda il campo?
Il nostro progetto prevede il mantenimento di un campo da gioco della grandezza di 70×110 metri. Occorre, tuttavia, fare una precisazione: vogliamo rendere il campo un’area polivalente, che possa permettere gli allenamenti di calcio ma anche praticare altri sport e organizzare manifestazioni all’aperto. Non dovrà essere solo un campo, ma anche un’arena per eventi e concerti, un luogo accessibile a bambini per giocare nella massima sicurezza.
Come realizzare questo progetto?
Le anime che compongono il Comitato sono attive per organizzare raccolta fondi, ognuna sfruttando i propri punti di forza. Noi crediamo nella collaborazione di tutte le parti in causa (pubblico, privato, terzo settore) per mettere finalmente la parola “fine” allo stato di abbandono del Ballarin.
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