di REDAZIONE –
Il Presidente della Banca di Ripatransone e del Fermano, Michelino Michetti, commenta la richiesta fatta dall’Associazione delle Banche Cooperative Europee –
RIPATRANSONE – La Banca di Ripatransone e del Fermano è allineata alla posizione assunta da Federcasse (Federazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali ed Artigiane) e quindi favorevole alla proposta fatta dall’Associazione delle Banche Cooperative Europee (EACB) che chiede,in una lettera inviata al vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, il rinvio dell’attuazione delle nuove regole di “Basilea IV” alla luce degli effetti economici provocati dalla pandemia. L’EACB fa notare che, se si attuassero oggi le regole di Basilea IV, si ridurrebbe di oltre 7 mila miliardi di euro la capacità di prestito delle banche europee. Da parte sua, Federcasse sottolinea che tale richiesta assume una valenza di carattere politico, perché “non appesantire in una fase di crisi senza precedenti l’industria bancaria nella delicata e lunga fase della ripresa economica – ha detto il presidente Augusto dell’Erba – significa non fiaccare le energie delle imprese nella ripresa economica che dovrà per di più innovativamente coniugarsi con le transizioni ecologica e digitale di per sé impegnative anche in tempi normali”.
«La pandemia – ha commentato il Presidente della Banca di Ripatransone e del Fermano, Michelino Michetti – ha visto il credito cooperativo in prima linea nel sostegno di famiglie ed imprese: le banche di credito cooperativo hanno gestito il 15% del totale nazionale di pratiche inviate al Fondo di Garanzia delle PMI per le misure di attenuazione dell’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia reale. Se Basilea IV entrasse in vigore come previsto, noncurante della situazione economica post-Covid, le banche sarebbero chiamate a mettere più risorse a garanzia del patrimonio e meno per gli impieghi a favore del territorio. Un problema già sorto con l’applicazione delle norme di Basilea 3: concordiamo dunque con la richiesta dell’EACB, anche perché queste regole non tengono conto della specificità e biodiversità delle banche di credito cooperativo nel panorama bancario».
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