di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «La crescita di un territorio non si misura attraverso una “manciata” di cittadini che risiedono in una città rispetto all’altra. La crescita di una città deve tener conto delle caratteristiche del territorio in cui è inserita e riconoscerne le proprie caratteristiche e le sue vocazioni». É quanto afferma Fabio Urbinati, capogruppo di Italia Viva, che aggiunge: «La crescita demografica di San Benedetto è iniziata molto tempo fa e segue un trend comune ad altre città costiere marchigiane, è un fenomeno tipico e costante, molti sociologi lo associano ad un fenomeno antropologico. Fano, San Benedetto, Senigallia e Civitanova Marche sono 4 tra le prime 7 città della nostra regione. Questo trend, purtroppo, nel sud delle Marche è stato drammaticamente accelerato dal sisma del 2016 e ancor prima dalla crisi economica iniziata alla fine degli anni 2000». «Non è questione di bandiere blu, verdi o arancioni. Anzi, San Benedetto è una città che ogni giorno ha sul suo territorio comunale un flusso di oltre 100.000 persone che circolano per motivi di lavoro, studio, salute e tanto altro. – prosegue Urbinati – Questo obbliga inevitabilmente ad una politica seria e lungimirante su urbanistica, infrastrutture e mobilità. Da notare che questa crescita riguarda, forse anche in maniera molto più dinamica, anche le città di Grottammare e Monteprandone, un’area urbana che insieme a San Benedetto ha quasi 80.000 abitanti. Questi sono, a mio avviso, punti di partenza ineludibili se si vuole una San Benedetto moderna e dinamica. Siamo a soli 8 mesi dalle comunali e purtroppo questi argomenti latitano nella politica locale. – conclude Urbinati – La città non riparte se non si avviano progetti coraggiosi e di prospettiva. Se una comunità cresce a scapito di un’altra, non sarà mai una crescita collettiva, sarà solo un fenomeno demografico temporaneo. Magari tutto fosse possibile solo con le bandiere».
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