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CAMERINO – Dopo la pubblicazione della “Flora del Parco Nazionale della Majella”, sulla rivista scientifica internazionale Phytotaxa, viene data alla stampa la versione divulgativa in due volumi, che contengono foto di circa 1700 specie delle 2309 piante (specie + sottospecie) registrate. Ne sono autori Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci, ricercatori dell’Università di Camerino, Luciano Di Martino e Giampiero Ciaschetti, botanici dell’Ufficio Botanico del Parco Nazionale della Majella, ed Aurelio Manzi, etnobotanico e storico dell’agricoltura, che dopo 25 anni dall’istituzione ufficiale del Parco Nazionale della Majella, pubblicano un primo ed esaustivo repertorio sulla flora del proprio territorio. Molti endemismi dell’Appennino Centrale presentano qui il loro locus classicus, ossia la stazione di rinvenimento utilizzata per descrivere la specie.
L’elevato numero di specie vegetali esprime un vasto ed articolato patrimonio biologico, diretta conseguenza dell’ampia varietà climatica e geomorfologica, nonché della fortunata posizione geografica nella fascia di tensione tra i bioclimi mediterraneo e continentale e della lunga storia delle migrazioni floristiche. L’imponente mosaico di comunità vegetali rende variegato e unico il paesaggio, a cui si aggiungono anche le trasformazioni prodotte dall’azione dell’uomo, che in alcuni casi ha creato nuovi equilibri biologici e culturali. Questo volume divulgativo sulla flora del Parco è un omaggio simbolico a tutti gli esploratori botanici che hanno raccolto dati floristici sulla Maiella.
Molte piante sono state dedicate alla Majella perché qui scoperte e descritte, riportando l’epiteto magellensis/e o majellensis/e. Tra le entità censite 204 sono endemiche italiane, di cui 17 endemiche del Parco e cioè in tutto il mondo vivono rispettivamente solo in Italia o nel territorio del Parco. Molte altre sono di particolare interesse biogeografico perché molto rare o al limite di areale, queste ultime ammontano a ben 131 entità, costituite soprattutto da piante che hanno nella Majella il limite meridionale dell’areale italiano. Sono state elencate anche 126 piante esotiche spontaneizzate, da tenere sotto controllo perché particolarmente invasive.
«Siamo estremamente soddisfatti – ha sottolineato il prof. Fabio Conti, coordinatore della ricerca, nel divulgare il ricco elenco di piante corredato da un’eccellente iconografia, nella speranza che possa avvicinare e sensibilizzare sempre più gente a un patrimonio vegetale unico e invidiabile». Le esplorazioni floristiche e in generale gli studi botanici (ecologia vegetale, micologia, etnobotanica) sulla Majella e sugli altri rilievi circostanti confermano la notevole importanza floristico-vegetazionale e biogeografica del Parco Nazionale della Majella a livello nazionale ed europeo, scrigno di cultura e di biodiversità. Gli autori desiderano infine ringraziare colleghi ed amici che hanno fornito dati e foto, e che spesso sono stati spesso compagni di escursioni; in particolare Luca Bracchetti, Marinella Miglio, Marco Paolucci, Pasqualino Paris, Mario Pellegrini, Enzo De Santis, Bruno Santucci.
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