di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’associazione Genius Loci ha reso un riconoscimento all’architetto Farnush Davarpanah, ideatore, tra le altre cose, del lungomare di San Benedetto. Ai suoi familiari è infatti stata consegnato, nel corso di una breve cerimonia che si è svolta nel rispetto dei protocolli anti Covid, il premio “Rotonda d’Oro Luigi Onorati”, ispirato proprio all’ingegnere che progettò il primo lungomare di San Benedetto. «L’incontro tra Farnush Davarpanah e la città di San Benedetto – si legge nelle motivazioni del premio – ha rappresentato uno dei momenti più importanti per la storia urbanistica della città». Il premio è stato consegnato nelle mani della moglie Sandra Emili e i figli Alessandro e Annalisa dalla presidente dell’associazione Marina Brancaccio e dal presidente onorario Marco Calvaresi.
«La città – ha spiegato Calvaresi – ha perso molto con la scomparsa di Farnush. Spero e mi aspetto che il suo messaggio rimanga vivo tra gli addetti ai lavori che hanno il compito di pianificare il futuro di questa città. Anche perché la sua figura, così disponibile, educata e cordiale possa rappresentare un’icona in un tempo in cui siamo tutti pronti ad urlarci contro». Calvaresi ha ricordato come la mano e la mente di Farnush abbiano creato il lungomare: “che non è solo dei turisti, anzi, è dei sambenedettesi che ne usufruiscono 365 giorni l’anno, da prima dell’alba fino a notte inoltrata”. La morte di Farnush ha anche privato San Benedetto di un punto di riferimento importantissimo in vista della realizzazione di un nuovo piano regolatore cittadino che secondo Calvaresi dovrebbe rappresentare un punto fermo dei programmi elettorali dei futuri candidati sindaci: «É quello che può favorire non solo l’urbanistica, ma anche l’ambiente, la viabilità e il turismo e una figura come quella di Farnush sicuramente sarebbe stata preziosissima.
La città ha perso molto soprattutto perché troppo spesso si trova a vivere nel passato. Ma così non facciamo altro che ricordare, noi, la vecchia Samb, il vecchio Ballarin ma le nuove generazioni vogliono conoscere quale sarà il futuro di questo città. Se facciamo una passeggiata al porto, per fare un esempio vediamo che di pescherecci ne sono rimasti pochissimi. L’agroalimentare era una grandissima filiera ed è andato scomparendo. Il turismo resiste ma a grande fatica e con degli sforzi economici che vedono gli imprenditori stanno investendo moltissimo per riuscire a rimanere in piedi e ad andare avanti, soprattutto in questo periodo storico in cui è impossibile fare un minimo di programmazione. Dobbiamo lavorare per la San Benedetto del futuro».
La presidente Marina Brancaccio ha spiegato come il premio sia “legato alle figure che, con il proprio ingegno e cone le proprie opere abbiano contribuito a valorizzare San Benedetto e con le loro idee innovative”. A ringraziare l’associazione per il premio e a ricordare la figura dell’architetto è stato il figlio Alessandro: «Un bel riconoscimento che ci riempie di orgoglio. Una delle tante cose di cui lo ringrazio è la passione per i viaggi che mi ha trasmesso. Quando lui viaggiava traeva ispirazione dalle cose che vedeva e ogni volta che tornava cercava di portare qualcosa di quell’ispirazione che finiva per diventare un tassello di quel puzzle che lui aveva già ben chiaro in testa».
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