“Dirò del Rodi”, Cagnetti e Impiglia: «Raccontiamo una pagina importante della storia di San Benedetto»

di ROVERO IMPIGLIA E GIACOMO CAGNETTI –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ancora una volta siamo stati chiamati per “raccontare la nostra città”, in questo caso una pagina importante della sua storia. Dopo “Il Profumo del Mare” girato nel 2015 e il più recente “Un Mare da Vivere” girato nel 2019, quest’anno abbiamo l’onore di raccontare la tragedia del “Rodi” avvenuta il 23 Dicembre del 1970 e giunta al suo 50° anniversario. Per l’occasione è stato ideato dall’Amministrazione comunale, un apposito logo nel quale “Dirò”, anagramma del nome del motopeschereccio “Rodi”, è sormontato dalla figura dell’infinito, simbolo della volontà di riannodare un passato lungo 50 anni e proiettarlo nel futuro, ricordando e raccontando ma guardando oltre. “Dirò del Rodi” è un breve documentario istituzionale adatto a tutti e in grado di essere veicolato su tutte le piattaforme, che racconta tutto quello che successe a San Benedetto del
Tronto in quei drammatici giorni.

Affrontiamo questo nuovo impegno con tutto il “peso” della responsabilità che è necessario,
un “peso” positivo che ci spinge a dare il massimo e a ponderare bene ogni scelta quando si
tratta della nostra città. Per realizzare questo progetto abbiamo avuto l’opportunità di utilizzare alcune preziose riprese dell’epoca (due bobine della durata di circa 30 minuti) girate da Alfredo Giammarini, il quale documentò personalmente gli avvenimenti. Al fine di conservare al meglio i filmati di Alfredo abbiamo coinvolto una delle aziende più
importanti sul territorio nazionale, specializzata nel recupero e l’acquisiszione digitale di
vecchie pellicole: la Zenith Arti Visive di Torino. Grazie alle loro tecnologie è stato possibile restaurare, scansionare e digitalizzare le pellicole “frame by frame” riportando i vecchi fllmati al loro antico splendore. Un’immagine con due frame affiancati “prima/dopo” per mostrare il lavoro di restauro che è stato fatto sulle pellicole di Alfredo Giammarini

Oltre alle riprese di Giammarini, ci siamo mossi ulteriormente per recuperare tutto il
materiale d’archivio possibile: nelle soffitte di alcune famiglie di armatori e marinai, abbiamo trovato numerose altre vecchie pellicole 8mm con immagini eccezionali (alcune girate proprio a bordo del “Rodi”) che abbiamo provveduto a digitalizzare e tantissime fotografie e documenti ufficiali che ci permetteranno di ricordare la storia del “Rodi” e della rivolta di San Benedetto come probabilmente non è mai stato fatto prima. Per ricostruire puntualmente quei giorni è stato fondamentale avere avuto accesso per la prima volta a tutto il dossier dei documenti ufficiali che erano presenti in capitaneria di porto.Per questo ringraziamo per il supporto e la preziosa collaborazione Giuseppe Rolli, che ha
compiuto per noi una certosina indagine storica. Ogni documento è stato letto da noi con
minuziosa attenzione, scansionato e archiviato.

Abbiamo inoltre cercato in tutti gli archivi storici delle testate giornalistiche nazionali, nelle
teche RAI e negli archivi dell’istituto Luce, trovando dei contributi che saranno fondamentali
per integrare il nostro racconto e far capire al pubblico la portata che ebbe la vicenda.
La ricerca dei contributi visivi è stata una bella sfida che ci ha permesso di recuperare tanto
materiale che sarà prezioso anche per progetti futuri, ma tutto questo sarebbe inutile senza
una memoria storica. Per scrivere il testo del nostro film abbiamo letto ogni documento possibile che è stato scritto a riguardo: libri, articoli di giornale, pubblicazioni di vario tipo, ma abbiamo anche intervistato personalmente decine di persone che hanno vissuto in prima persona quegli anni ed in particolare quei giorni a cavallo tra il 1970 e il 1971. Ci sembra rilevante dire che per questo progetto abbiamo voluto coinvolgere anche una
giovane e talentuosa artista locale: l’illustratrice Carola Pignati, che ha realizzato
un’animazione inedita disegnata a mano, di grande valore artistico che impreziosirà il nostro lavoro e che sarà utile per alcune fasi del documentario. Due tavole tratte dall’animazione realizzata dall’artista Carola Pignati.

Con il naufragio del “Rodi” San Benedetto ha perso diversi figli del mare. Sarebbe facile per noi cadere nella tentazione di spettacolarizzare il dolore per raccontaremuna tragedia di questa portata, ma riteniamo che il dolore di chi ha perso qualcuno prematuramente (e in circostanze così straordinarie) sia qualcosa di intimo, un limite invalicabile. La maggiore forma di rispetto nei confronti delle persone scomparse (e dei loro familiari) è quella di ricordare un’altra storia: quella di una città intera che, stanca dall’ennesima tragedia
ed esasperata dall’indiferenza delle istituzioni per i ritardi nel recupero dei corpi dei marinai, bloccò letteralmente il Paese per due giorni, portando alla luce dell’opinione pubblica le gravi condizioni dei lavoratori del mare di quel periodo. Fu una protesta dalle dimensioni impressionanti, decisa, compatta, ma pacifica. Con la rivolta di San Benedetto prese il via una presa di coscienza e una rifessione che culminò negli anni successivi con il primo contratto di lavoro effettivo per i marittimi. La vicenda del Rodi è un racconto di orgoglio di appartenenza che travalica i confini locali, che fa e farà rifettere, sia le vecchie che le nuove generazioni.

Per concludere ci sembra doveroso qualche ringraziamento. Ringraziamo l’Assessore alla Cultura Annalisa Ruggieri e il Comune di San Benedetto del Tronto che hanno deciso di investire in diverse attività finalizzate alla conservazione della memoria storica e alla sua diffusione, una decisione importante perché una comunità che non investe nella preservazione della propria storia, rischiando di perdere la grande opportunità di imparare dal passato, è destinata a commettere nuovamente gli stessi errori o, nella peggiore delle ipotesi, a scomparire. Ringraziamo la Fondazione Libero Bizzarri, che ci ha coinvolto affidandoci la regia di questo progetto di grande valore, e Alfredo Giammarini: senza le sue preziose riprese oggi non sarebbe possibile ricostruire i fatti in maniera minuziosa.

Essenziale è anche il ringraziamento a tutti i fotografi locali e ai cittadini che hanno messo a
disposizione le immagini da loro scattate e altro materiale di grande importanza storica.
Un ringraziamento va anche all’Archivio Storico del Comune e a Giuseppe Merlini: con lui
abbiamo lavorato con entusiasmo alla raccolta di tutto il materiale per mettere insieme tutti
gli elementi e le testimonianze necessarie. Ringraziamo tutte le persone che ci hanno dedicato del tempo condividendo con noi memorie e ricordi emozionanti, aiutandoci a ricostruire quei giorni. Sarà nostra premura ringraziare ognuno di loro nei crediti del documentario. Infine ringraziamo tutti i lavoratori del mare e le loro famiglie che, con grandissimi sacrifci, hanno scritto e continuano a scrivere la storia di questa città.

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