di GIAMPIETRO DE ANGELIS –
La recente fiction su Leonardo, divisiva nelle opinioni per la sceneggiatura che, seppure di buona qualità cinematografica, a molti è parsa forzata, ha riproposto all’attenzione un personaggio verso il quale, per quanto lo si voglia osservare, conoscere e comprendere, ci rendiamo conto di essere sempre un passo indietro. Nonostante ci sia molto da contemplare, tra dipinti, disegni, schizzi e appunti, Leonardo sfugge nel suo modo d’essere. Del resto, una quantità enorme dei suoi scritti e lavori è andata perduta, e non sappiamo – né mai sapremo – quante altre invenzioni, opere, studi ingegneristici e anatomici abbia realizzato. Credo sia interessante, allora, un approccio diverso che non passi per l’arte e la scienza, bensì per la letteratura aforistica. Scopriamo così il visionario – nella migliore accezione del termine – e ci appare l’uomo che, oltre che essere un sognatore realistico, appassionato ad ogni forma del sapere, è anche un acuto osservatore delle “genti”, probabilmente non troppo incline a fidarsi degli atteggiamenti altrui.
Il mio approccio con il suo mondo fu nell’adolescenza, in quella fase della crescita che si è alla ricerca di miti e figure che siano in qualche modo guida e interpretazione del proprio mondo in ebollizione alchemica. Dall’edicolante trovai un piccolo atlante delle sue opere con una sommaria biografia e, per l’appunto, alcune delle sue frasi giunte a noi. La prima a sorprendermi fu “Se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo”. Solo negli anni a venire, da adulto, sono riuscito a darle un senso pieno. Quel solo non poteva essere una banale solitudine, quasi da emarginato, ma ben altro: quando l’artista è perfettamente “centrato” in sé, e quindi idealmente solo – come il pensatore, l’inventore, il ricercatore – egli sarà in grado di afferrare l’intuizione, cercando di farla emergere alla luce. Solo ascoltando tutti i propri sensi, l’Uomo resta connesso a se stesso e alle sue potenzialità. Per far questo occorre saper padroneggiare la solitudine, in una interpretazione assai diversa da quella che fornirebbe un dizionario.
C’è un’altra frase, letta un paio d’anni fa, nel centenario, che mi ha piacevolmente stordito, per la sua eleganza, la bellezza estetica del testo e per quell’innegabile suggestione che evoca con una sorta di mistero che le galleggia intorno: “Quando camminerete sulla terra, dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”. Qui vediamo il sognatore lucido che va oltre i test, gli appunti, i concetti e le ipotesi sulla capacità e possibilità dell’uomo di poter volare. Scrive con la forza di chi ha visto, non di chi immagina e ipotizza: “là siete stati e là vorrete tornare”. Allora vien da ribadire, ma quante altre sue realtà ci sono ancora sconosciute e tali resteranno?
Chiudiamo con una breve carrellata di frasi di Leonardo.
Sul vivere:
“L’uomo passa la prima metà della sua vita a rovinarsi la salute e la seconda metà alla ricerca di guarire.”
“È meglio la piccola certezza che la grande bugia.”
Sul senso filosofico dell’esperienza umana:
“L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente.”
“Due debolezze che si sostengono una contro l’altra creano una forza. Ecco perché una metà del mondo, sostenendo l’altra metà, la rafforza.”
“Chi poco pensa, molto erra.”
Sull’artista e l’uomo di scienza e ricerca:
“I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio.”
“Tristo è quel discepolo che non avanza il maestro.”
“D’ogni cosa la parte ritiene in sé la natura del tutto.”
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