di REDAZIONE –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Raccolto in preghiera nella cappella della casa degli esercizi spirituali dei padri Gesuiti posta presso la basilica della Madonna di San Luca, una sera inginocchiato davanti al grande crocifisso deposto in terra sopra un tappeto dinanzi all’altare, terminate le orazioni, prima di ritirarmi in camera, mi accostai, prostrato, per baciare i piedi trafitti del Crocifisso. E mi ritrovai a baciare non i piedi dell’immagine che avevo davanti e che con i miei occhi avevo ripetutamente veduti, ma quelli veri, di carne, trafitti e che ora lambivo con le mie labbra assetate di misericordia”. Questo episodio tratto dal testamento spirituale di don Francesco Vittorio Massetti mostra subito l’intimo rapporto che aveva con Gesù e potrebbe anche bastare per comprendere la sua persona. È il fascino scaturito da questa figura che ha suscitato il desiderio alla presidente del Centro Ricerche Personaliste Raissa e Jacques Maritain, Giancarla Perotti, di farla conoscere maggiormente.
Domenica 16 maggio 2021 ricorre il trentatreesimo anniversario della morte di don Francesco Vittorio Massetti, uomo di grande spessore umano e santo sacerdote sambenedettese. Per questa occasione l’Associazione di filosofia personalista vuole ricordarlo con una conferenza on line che inizierà alle ore 20.30. A raccontare la vita di don Vittorio sarà don Gianni Anelli, uno degli ultimi suoi testimoni viventi e l’incontro avrà come moderatrice Ascenza Mancini. Don Vittorio ci ha infatti lasciato un esempio di alta testimonianza cristiana per aver vissuto con estremo abbandono a Dio e totale obbedienza alla santa Chiesa varie accuse subite ingiustamente: falso misticismo, errore di dottrina e addirittura eresia. Ma in realtà qual era l’operato di don Vittorio? La colpa di don Vittorio è stata quella di aver anticipato di oltre 20 anni ciò che ritroviamo scritto oggi nei documenti del Concilio Vaticano II: ad esempio la vocazione universale alla santità, una maggiore partecipazione dei laici alla vita della Chiesa tanto che parlò di corresponsabilità, la grande intuizione della ricchezza della donna nell’ambito della via ecclesiale e l’attivazione del Cenacolo per una vita comunitaria di sacerdoti. Per quanto riguarda il Cenacolo, idea tra l’altro, approvata e benedetta dal Papa Pio XII in seguito ad un’udienza privata concessa a don Vittorio, egli sarà consumato da un profondo dramma interiore e proprio a causa di quest’opera dovette firmare, per amore della Chiesa, l’atto di sottomissione e obbedienza che il Sant’Uffizio gli richiese.
Don Vittoriò si laureò in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino dove conobbe il beato Piergiorgio Frassati con il quale instaurò una profonda amicizia che lo accompagnerà per tutta la vita, sebbene Piergiorgio venne a mancare all’età di 24 anni. Abbandonata la sua brillante carriera alla Fiat di Torino, divenne sacerdote e trasformò il suo palazzo di famiglia in una “Casa famiglia” per bambini orfani e figli di prostitute. La casa si riempì in fretta dato che la guerra aveva lasciato tanti bambini senza genitori e la Provvidenza non si fece mai attendere perché i sambenedettesi, soprattutto pescatori, regalavano il pesce alle “signorine” cioè le ragazze che decisero di prendersi cura dei bambini rinunciando al matrimonio e costituendo una vera grande famiglia. Che cosa ci può dire oggi don Vittorio? Può interrogare la nostra vita? Come a quei tempi questo nostro sacerdote fu un modello di carità per tutta la cittadinanza sambenedettese e per coloro che incontrava, cosi oggi possiamo attingere dalla sua esperienza cristiana per riassaporare il senso e il valore del fare “il Bene” soprattutto in questo tempo di pandemia che ci ha messo e, continua a metterci davanti, tante situazioni di sofferenza e di difficoltà. Dalla sua storia emerge il ritratto di un uomo che ha posto le fondamenta della sua casa sulla roccia e, nonostante tanti venti contrari si siano abbattuti su quella casa, non l’hanno distrutta. Anche su di noi oggi stanno spirando venti poco favorevoli ma proprio la sua testimonianza ci ricorda che la fede ci spinge “a sperare contro ogni speranza” (Rm 4,16-4,25)
Per un approfondimento si può richiedere il libro “L’amore che guarisce. L’esperienza di vita e di fede di Francesco Vittorio Massetti” all’indirizzo mail: gperottib@libero.it e allo stesso indirizzo si può richiedere il link di meet per partecipare alla conferenza.
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