di REDAZIONE –
Il commovente racconto della profuga di Fiume è stato trasmesso in diretta sui canali social del Comune di San Benedetto del Tronto –
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella mattinata di giovedì 10 febbraio, la Sala Consiliare del Municipio ha ospitato la cerimonia del Giorno del Ricordo per commemorare le vittime italiane delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. L’evento in diretta streaming online ha visto la partecipazione del sindaco Antonio Spazzafumo, dell’assessore alla cultura Pasqualina Lazzari, dello storico Gino Troli, di Giuseppe Merlini dell’Archivio storico comunale in veste di moderatore e della signora Fiorenza Angelucci, profuga di Zara costretta alla fuga in seguito alla persecuzione degli italiani in Jugoslavia, che ha portato l’esperienza vissuta da lei e dalla sua famiglia come testimonianza degli eventi del periodo. L’assessore Lazzari ha aperto la commemorazione citando il Manzoni: «La storia insegna che la storia non insegna nulla, se Stati, persone e interessi politici continueranno a portare nuove tragedie come quella che fu degli italiani in Jugoslavia – ha poi continuato -. Le foibe sono un evento che solo di recente la storia ha preso in considerazione, perché su quelle vicende grava l’ipoteca della passione di parte. I morti però sono tutti uguali e tutti meritano di essere ricordati».
Il sindaco Spazzafumo ha invece posto l’accento sulla lezione che si deve trarre dal ricordo della persecuzione di cui furono vittime i nostri connazionali, sottolineando: «Ci troviamo qui a ricordare la grande ingiustizia di cui furono vittime i nostri connazionali che, vittime della generalizzazione, tacciati di essere fascisti senza riguardo per il legame che avevano con le coste al di là dell’Adriatico, furono cacciati dalla loro casa e in molti casi uccisi. Questa memoria ci serva per ricordare che l’Italia oggi è un Paese che ha fatto dell’accoglienza la propria forza e che mai più simili tragedie dovranno ripetersi». «Ricorrenze come il Giorno del Ricordo – ha invece commentato Gino Troli – servono per insegnare ai nostri giovani che la storia non è un “cosa fatta”, ma una realtà in divenire. La riscoperta di questa tragedia è stata possibile solo grazie al ritrovamento dei documenti dell’epoca che hanno corroborato le testimonianze trasmesse attraverso i discendenti dalle vittime degli eventi di quel periodo».
Il punto focale della commemorazione è stata la testimonianza della signora Fiorenza Angelucci. Tracciando passo dopo passo le vicende che condussero suo nonno, calzolaio marchigiano nato a Montegranaro, fino a Zara, e suo padre dalla Scuola Normale Superiore di Pisa a diventare un insegnante nella città di Fiume e poi un capitano dell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, la signora Angelucci ha offerto uno spaccato della vita di quel periodo vissuto attraverso gli occhi di una giovanissima bambina italiana. «All’epoca non c’era distinzione tra una o l’altra costa dell’Adriatico – ha detto la signora Angelucci -. Eravamo tutti italiani o in qualche modo condividevamo un legame con l’Italia. Questa ricorrenza è arrivata tardi perché potessero essere i nostri genitori a poterla raccontare in prima persona, ma ancora oggi la memoria è viva attraverso i ricordi di chi, come me, era una bambina e di chi mantiene vivo il legame con quelle terre». Nel corso del racconto, la signora Angelucci ha ricevuto i saluti di alcuni spettatori dalla città di Zara e i ringraziamenti degli studenti del Liceo Scientifico “Rosetti” che hanno seguito l’evento in rete.
Copyright©2022 Il Graffio, riproduzione riservata