Lungomare di San Benedetto, Capriotti: «Troppo stretto? Il progetto è stato approvato dalla Giunta Gaspari»

di REDAZIONE –

SAN BENEDETTO DEL TRONTO –  «In riferimento agli articoli di stampa riguardanti la larghezza del tratto appena riqualificato del lungomare, evidenzio come l’intervento svolto si inserisce perfettamente nel quadro del progetto redatto dal compianto dall’architetto Farnush Davarpanah e avviato con l’Amministrazione Gaspari di cui il consigliere Canducci era assessore».  É quanto afferma il Vicesindaco  Assessore ai Lavori Pubblici Antonio Capriotti, sottolineando che «Tale progetto prevedeva una rimodulazione degli spazi, conservando le linee originali ma rivedendo tipologia di materiali e articolazione della mobilità e soprattutto abbracciando in modo evidente il concetto di mobilità dolce. Non a caso, i lavori sono stati cofinanziati dalla Regione Marche con i fondi destinati al completamento della ciclovia Adriatica».

«In particolare, – spiega Capriotti – il progetto contemplava l’uniformazione della larghezza della pista ciclabile portandola a 3 metri con l’ovvia conseguenza che, dovendo mantenere i parcheggi in linea e quelli per i motoveicoli, la parte residua sarebbe stata destinata alla carreggiata carrabile che sarebbe ovviamente restata sempre al di sopra del limite minimo imposto dal Codice della Strada (2,75 metri). Infatti la carreggiata stradale utilizzabile misura 3,30 metri nel punto più stretto del tratto appena riaperto, maggiore di 20 cm rispetto a quanto misurabile a nord, nel tratto riaperto il 14 giugno 2021. – continua il vicesindaco – Dunque il progetto di riqualificazione fin qui realizzato è conforme a quello approvato nei vari passaggi dalle passate amministrazioni, con particolare attenzione alla sicurezza di pedoni, ciclisti e motociclisti e, sopratutto, per i diversamente abili, nel rispetto della normativa vigente all’epoca dell’approvazione dei progetti e della loro realizzazione. E’ evidente che il tratto in questione deve essere percorso a velocità ridotta (c’è il limite di 30 km/h), anche per la presenza di numerosi passaggi pedonali e di attraversamenti adeguati anche al transito degli ipovedenti».

«Quanto al fatto che i cavalletti dei motoveicoli bucano il manto stradale, si tratta di un fenomeno comune a tante aree parcheggio nel periodo estivo, quando le alte temperature tendono a rendere viscosa la pavimentazione. – conclude Capriotti – Se si osserva attentamente il tratto di lungomare lato est, che dal fiume Albula procede verso sud, nelle aree di sosta dei motoveicoli sono visibili tante di queste “buchette” create dai cavalletti dei motoveicoli. Detto ciò, è preciso impegno lavorare affinché, nel prosieguo della riqualificazione del lungomare, vengano preservati analoghi spazi per pedoni e biciclette: crediamo nella mobilità dolce ciclopedonale, sicuramente ne guadagneranno l’ambiente e la salute e questa scelta permetterà ai cittadini di godere maggiormente delle bellezze del nostro lungomare».

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