Un triste risveglio senza il “nostro” Paolo de Bernardin

di ROSITA SPINOZZI –

Un triste risveglio questa mattina. Un risveglio senza il “nostro” Paolo de Bernardin che ieri sera, 7 giugno alle ore 23, è deceduto all’Ospedale Civile di San Benedetto del Tronto, dove ci ha lasciato dopo una lunga malattia nei confronti della quale ha sempre reagito con grande coraggio e determinazione. Nato a Cupra Marittima nel 1948, Paolo ha effettuato prima studi classici e universitari per poi dedicarsi totalmente alla musica. Cofondatore di una delle prime radio private in Italia (Radio 102 di San Benedetto del Tronto nel giugno 1975), de Bernardin è stato un giornalista con un curriculum tale da far impallidire chiunque, un genio, uno dei massimi esperti di musica. Oltre alla trentennale collaborazione con la Rai e con le Edizioni l’Espresso/La Repubblica, il suo nome è impresso nella mia memoria per il ruolo di cofondatore e redattore capo (fino al 1994) di Rockstar: compravo la rivista per leggere i suoi articoli. Poi l’ho conosciuto di persona e siamo diventati amici seguendo il Festival Ferré. Non sto qui ad elencare il suo prestigioso curriculum perché la sua grandezza andava di pari passo con l’umiltà, ma vorrei porre l’accento sulla sua generosità e su quanto siano stati determinanti per me i suoi insegnamenti. I sorrisi di Paolo sono sempre stati il segnale che stavo facendo la cosa giusta. Quando ho aperto la redazione del Graffio, il primo messaggio ad arrivare è stato il suo: era felice per me e apprezzava il fatto che avessi concepito una linea editoriale differente da quella “tradizionale”, e aggiunse che avrei dovuto andare fiera dell’effetto “destabilizzante” che avrebbe avuto su un determinato tipo di utenza. Detto questo, mi ha omaggiato  di un bellissimo articolo. E mi sembrava già di volare. Ma la sua generosità è andata oltre con la rubrica “Sono solo canzonette” inserita all’interno del Graffio, per la quale ha effettuato un lavoro davvero straordinario e unico nel suo genere in cui, oltre a suggerire l’ascolto del “disco della settimana” con relativa recensione, ha intrapreso anche un viaggio critico nella storia del canzoni svelandone la nascita attraverso gli standard dell’epoca. Un lavoro così importante per il quale, in futuro, prevedevamo l’uscita di una pubblicazione. Restano per il nostro sito perle preziose anche i suoi articoli “fuori rubrica” dedicati all’analisi dello stato attuale della musica in un mercato praticamente annientato dalla crisi, alle immense opportunità della rete per la visibilità degli artisti fuori dal giro delle major discografiche, per poi “giocare” insieme sulle serate dell’ultimo Festival di Sanremo. Ci sarebbero molte altre cose da dire, perchè nell’ultimo periodo ho avuto il privilegio di sentire spesso Paolo e le nostre telefonate erano anch’esse fonte infinita di bellezza: grazie a lui ho scoperto la grande musica, ho approfondito la conoscenza di alcuni artisti e ne ho conosciuti di nuovi, ho ascoltato dischi con una diversa consapevolezza, ho visto video musicali magnifici. Paolo è stato un raggio di sole nella mia esistenza, soprattutto in un periodo in cui tutto sembrava non andare per il verso giusto. Mi ha dato coraggio. Ed è anche per questo che, asciugate le lacrime, andrò a salutarlo con un sorriso. Nessun funerale, ma soltanto una cerimonia privata. Grazie Paolo, ti porteremo tutti nel nostro cuore.

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