di ITALO –
Italo è il cane guida di Stefania Terrè, vicepresidente dell’Unione ciechi e ipovedenti delle Marche. Attraverso l’esperienza quotidiana in città con il suo cane, che le permette di muoversi in autonomia, Stefania racconta come vive una persona non vedente e sensibilizza sui comportamenti rispettosi dei bisogni di chi ha meno strumenti a disposizione –
BAU amici! Come state? È tornato quel momento dell’anno in cui gli umani li sento agitati. Tanto agitati! Si chiama Natale e per molti è una festa importante perché tanto tempo fa, da quello che dicono, è nato un bambino che si chiama Gesù. Però io non capisco: se è una festa tanto importante, perché diventano tutti nervosi? Sì, amici, in questo periodo io devo stare molto più attento nel mio lavoro da cane guida. Le persone sono tanto distratte, sia quelli che camminano a piedi, sia quelli che stanno in macchina. E le strade, ad Ancona ma anche nei piccoli comuni, sono ancora più pericolose del solito sia per me che per Stefania.
In questi giorni le persone che camminano a piedi ciondolano come fichi al vento…. Buoni! Spesso mi attraversano davanti senza guardare, sono pieni di cose in mano e guardano sempre quel coso luminoso che chiamano telefono. Proprio oggi una signora non tanto giovane, perché aveva il pelo bianco come il mio amico Pedro, uscendo da un negozio mi ha travolto, per fortuna niente di grave… mi è solo caduto in testa un pacchetto. Però era pesante BAU!
Poi ci sono quelli che guidano le auto. Mamma mia che paura in questi giorni! Proprio in una delle pensiline dove io e Stefania aspettiamo l’autobus ad Ancona, un’auto ci è andata a sbattere. Solo per caso non ha travolto nessuno. Boh, sento spesso dire dagli umani che a Natale sono tutti più buoni… allora perché io li sento così agitati? Posso dirvi che in questo periodo mi rilasso solo quando, a casa della nonna, Stefania fa girare una cosa che si chiama carrillon che sta in una casetta di legno con dentro il bambino che si chiama Gesù. La musica è così bella e rilassante che io mi addormento.
Cari amici umani, ma voi che festeggiate il Natale perché correte da una parte all’altra della città come toponi impazziti? A volte, penso che nessuno ricorda perché è Natale. Io sì: perché c’è quel bambino a casa della nonna in quella casetta con quel suono che mi piace tanto. Ora vi devo salutare, vado a preparare le crocchette e lo slittino… forse partiamo per la montagna, BAU!
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