di PIER GIORGIO CAMAIONI (PGC) –
Daniele Di Bonaventura (bandoneon) – Peo Alfonsi (chitarra)- Musiche di Johnny Mandel, Michel Legrand, Henry Mancini, Peo Alfonsi, Daniele Di Bonaventura, Sergio Mihanovich] – Montegranaro, Teatro “La Perla” – 26 novembre h 18.30 –
“Il mio amore è nato a Malaga, Malaga, Malaga”*… forse stasera la vecchia canzoncina torna in mente anche ad altri patiti di tennis. Però stavolta, a quest’ora, io preferisco le due perle del Teatro “La Perla” Daniele Di Bonaventura e Peo Alfonsi, al guardare innamorato in tivù la finale di Coppa Davis a Malaga. Sinner lo vedrò dopo – Sinner può aspettare – (tanto vince). La partita certo sarà la stessa anche in differita, chi vince e chi perde mica cambiano, la pallina gialla farà le stesse traiettorie, battuta, lungolinea, volèe… Saranno gioco-fotocopie. Ma un concerto live è diverso, non è una gara, non c’è tifo, si ascolta… si ascolta…
E succede spesso qualcosa di unico e irripetibile (talvolta perfino memorabile), quell’imprevisto ellittico come creato apposta per te, se ci sei. Specie nel jazz. Allora se puoi devi esserci, per non perdere il tempo quando alla musica per incanto gli va di creare l’inedito florilegio che ti fulmina e svanisce – un guizzo non scritto, un suono vario che luccica, un seducente accordo-ombra, un cauto azzardo, un silenzio che non c’era… – con le sue esitazioni, le sue invenzioni, le sue imperfezioni, la sua libertà illusa, il suo coraggio.
Ma stasera i pensieri sportivi restano fuori volentieri da soli, Di Bonaventura e Alfonsi sanno come farci iniziare bene questo “preludio d’inverno”: fingono di pescare a caso i pezzi, invece sanno sceglierli. Tutti brani impeccabili dal punto di vista tecnico, ma coinvolgenti per la loro complessità non spaventevole. Jazz comprensibile al limite del morbido, da apprezzare a bassa temperatura emotiva, mica guardiamo un set di tennis. Se ogni tanto dubiti da dove arrivino le note, se dalla chitarra sarda o dal bandoneon marchigiano, è che stasera sono proprio due strumenti fusi in uno.
Nel “Valzer a Lapedona”- dedicato a Frank Marocco – con Daniele che pare un ciclista in fuga sulle salitelle di casa e Peo in scia ad arpeggiar leggero alla Pat Methney, non solo a me torna in mente la sera d’estate di tanti anni fa sotto il Faro di Pedaso, quando Daniele e il grande Frank ci incantarono di fisarmonica sotto le sciabolate di luce del faro impassibile.
*Malaga – Fred Bongusto, 1963 PGC
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