di ROSITA SPINOZZI –
RIPATRANSONE – Definirli acquerelli è riduttivo perché le centoventi splendide opere di Eugenio Cellini, che dal 16 luglio al 15 agosto impreziosiscono la suggestiva Cripta di San Giovanni Battista di Ripatransone, sono molto di più. Sono “Paesaggi dell’anima”, come giustamente è stata intitolata l’esposizione, sono storie di vita. Attimi che diventano eterni attraverso la sapiente mano di un artista che ha il pregio di fermare il tempo grazie ad un sapiente uso dei colori, il tratto delicato ma al tempo stesso deciso, l’originalità degli scorci che propone e, soprattutto, quella sensibilità tipica di chi ama la propria terra e desidera renderle omaggio in un tripudio di luci e colori che sembrano prendere vita su carta. Trovarsi di fronte agli acquerelli di Cellini è un po’ come fare un viaggio attraverso i molteplici luoghi che lui ha visitato, respirarne l’atmosfera, percepirne la bellezza e rendersi conto di quanto è veritiera la considerazione di Vincent Van Googh il quale, in sintesi, definiva l’acquerello una cosa splendida per esprimere le distanze, dove tutto è circondato dall’aria e sembra poterla respirare.
Le opere di Cellini infatti respirano, hanno una vita propria, incantano, sono lo specchio fedele dell’anima di un artista nato a Ripatransone nel 1952, dove risiede e dove ha una collezione permanente all’interno del suo studio, una chiesa romanica ristrutturata posta all’ingresso del corso principale del paese. I “Paesaggi dell’anima” del maestro architetto (Cellini ha frequentato l’Università di Architettura di Pescara per poi abilitarsi a Firenze, città da lui amatissima), sono esposti nella Cripta in via Ghisleri, messa a disposizione dalla Confraternita “Madonna di San Giovanni” e situata nel cuore del centro storico di Ripatransone, dove la mostra è visitabile ogni giorno fino al 15 agosto, dalle ore 9,30 alle 13 e dalle 16 alle 23,30. Bagno di folla per l’inaugurazione e numerose le visite giornaliere di residenti e turisti che, ammirati, osservano con attenzione gli acquelli e le miniature che il maestro definisce simpaticamente “acquerellicchi”. «In mostra ci sono la mia collezione di acquerelli e pennelli raccolti in cinquant’anni di attività – spiega Cellini – Ho raccolto le opere in diverse categorie: “Ripatransone”, “Scorci delle Marche” e “Appunti di viaggio” in cui sono ritratte le città che ho visitato, in particolare Firenze, Urbino e Venezia».
Da sempre amante dell’arte e, in modo particolare, del paesaggio e dell’acquerello, Eugenio Cellini ha svolto i suoi primi studi al Liceo Artistico “Misticoni” di Pescara, dove ha avuto per amici fraterni due grandi artisti: Andrea Pazienza e Tanino Liberatore. In lui è ancora vivo il ricordo di Pazienza: «Siamo stati in collegio insieme, era un genio. Doveva fare una mostra a Ripatransone, ma è morto un mese prima. – ricorda Cellini – Qualche volta veniva a trovarmi nel Belvedere del Piceno e, in una delle sue visite, mi ha donato il disegno del suo famoso Cavaliere in cui appare sullo sfondo il panorama ripano». Cellini per un lungo periodo ha stampato serigrafie e ha avuto contatti con artisti come Fazzini, Brindisi, Falconi, Pulcini e tantissimi altri. Grazie all’amicizia e alla collaborazione con il maestro Arnoldo Ciarrocchi, ha ampliato le sue conoscenze sull’incisione e ha riscoperto la passione giovanile per l’acquerello. Negli anni ha svolto diverse mostre personali. Nel maggio 2018, ha fatto parte del Gruppo Italia all’International Festival Urbino Acquerello.
Oltre alla mostra “Paesaggi dell’anima”, altri acquerelli di Cellini si trovano in contemporanea a Ripatransone, all’interno dell’oreficeria Stasierowski di Piazza Matteotti nella mostra “Gocce di colore” (14 luglio-15 agosto), dopodichè saranno protagonisti dell’esposizione “Visioni e Paesaggi” (dal 16 al 22 agosto) al Paese Alto di Grottammare nell’ambito della rassegna “Logge d’autore”. Il viaggio, dunque, continua. E ci auguriamo faccia tappa in più luoghi possibili perché gli acquerelli di Eugenio Cellini sono una gioia per gli occhi e per il cuore.
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