di REDAZIONE –
RIPATRANSONE – A volte ritornano, però, a pensarci bene, questi non se ne sono mai andati. Ci riferiamo al Quartiere Agello, agli Agellani o Jellari, che da quando per la prima volta, sette anni fa, hanno acceso le luminarie, issato le bandierine gialle ed azzurre e acceso i fuochi dei bracieri, non hanno più smesso. In altre parole, la festa “Che Jella” torna puntuale e stavolta cade rigorosamente di venerdì il 17 agosto, una data scaramantica, che si addice all’etimo dialettale del Quartiere. La festa si svolge dalla cosiddetta “piazza del cannone” fino ad arrivare alla cinquecentesca torre di San Benigno, nelle vie e nelle piazzette del quartiere, e giù fino al Monterone, i luoghi canonici che identificano il Quartiere. Sarà un susseguirsi di Teatro di strada, interventi a sorpresa, animazioni ed anarchica festosità. Resteranno aperti fino dal mattino i Laboratori del FOF, guidati dall’artista americana Karin Konnerth che metterà a disposizione di chi vorrà l’arte della costruzione dei burattini.
Durante il pomeriggio si alterneranno gruppi di Teatro di strada come Utungo Tabasamu, rumorosi e coinvolgenti, tanto per invitare a muoversi e sorridere, poi Ete Clowon, Clap Clap Circo, un teatro dell’assurdo, argentino ed uruguaiano esplosivo ed improbabile, per la gioia di grandi e piccoli. Le trucca bimbi Sfricio & Svirgola, sorprendenti con il loro “1000 Bolle Show. Anche “Il Riciclato Circo Musicale” sarà a disposizione con un laboratorio per la costruzione di strumenti utilizzando rifiuti solidi urbani. Insomma non si spreca niente, tanto meno i prodotti della cucina tipica locale preparati dall’Agriturismo Jervasciò, attento a percorrere la via della filiera corta armato di mestoli e padelle, mentre cantano le Cickale, non quelle che friniscono, ma un trio comico-musicale, tanto per fare numero.
Immancabili le dolci sorprese delle donne agellane, un cult della golosità, della tradizione e dell’anima generosa del Quartiere: fin dal primo pomeriggio impastano e sfornano per presentarsi sorridenti con i loro prodotti , come la simpatica Giuseppina che interrompe le ferie per mettersi all’opera ed offrire soddisfatta la crostata tradizionale e non solo. Le dolci sorprese finiscono su una bancarella ricolma, tra preziosi liquorini locali, tentatori irresistibili. Il Gufetto ammiccante invita, guarda e protegge e la pentola continua a bollire, quella delle idee.
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